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Con l'apertura del Museo delle Musiche dei Popoli si crea a Genova uno spazio interamente dedicato alle musiche dei popoli. Un'esposizione permanente di strumenti musicali rappresentativi di tradizioni colte e popolari del mondo ripercorre le rotte della musica nelle migrazioni, nelle esplorazioni, negli scontri e negli scambi commerciali e culturali dell'uomo.

Il Museo delle Musiche dei Popoli è situato presso il Castello d'Albertis nel Museo delle Culture del Mondo, punto di partenza per un viaggio alla conoscenza dei popoli visitati dal capitano genovese ed all'esplorazione della nostra e delle altre culture. Gli strumenti esposti sono parte degli oltre 300 strumenti musicali raccolti durante numerosi viaggi di studio e di ricerca sul campo e grazie ai contatti e alle collaborazioni con gli artisti ospiti del Festival Musicale del Mediterraneo e Associazioni e Istituzioni Internazionali.

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Il Museo delle Musiche dei Popoli si pone anche come polo di numerose e diversificate proposte, un centro musicale attivo con un programma di eventi musicali, stage e attività didattiche, conferenze e convegni in un'ottica ampia, capace di offrire molteplici strumenti di partecipazione diretta per la divulgazione, la conoscenza e l'approfondimento delle musiche dei popoli.

Il Museo delle Musiche dei Popoli documenta la musica, le tecniche e le forme espressive della produzione musicale dell'uomo in relazione a precisi contesti culturali, religiosi e sociali nei caratteri storico-geografici e nelle prospettive multiculturali. 

 

Non oggetti in mostra, ma elementi centrali di un'indagine sonora con percorsi espositivi di carattere generale o tematico, completata da suoni ed immagini, testi e video provenienti dai cinque continenti.

Il Museo delle Musiche dei Popoli è uno spazio interamente dedicato ai suoni, agli strumenti e alle culture musicali del pianeta. Sono in mostra permanente strumenti rappresentativi di tradizioni colte e popolari del mondo.

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La sezione musicale al Museo delle culture del mondo rappresenta principalmente un’opportunità per unire persone di diverse età e provenienze, attraverso esperienze collettive del fare musica secondo gli stili delle tradizioni popolari, europee ed extraeuropee, esperienze alle quali si può liberamente partecipare senza particolari attitudini o conoscenze teoriche e pratiche musicali.

 

L’utilizzo della voce, del corpo e di oggetti sonori, talvolta autocostruiti dagli stessi partecipanti, danno vita a vere e proprie orchestre improvvisate di grande efficacia espressiva per i partecipanti, siano essi bambini o adulti, di tutte le culture e/o con abilità differenti.

 

Particolare attenzione è data alla musicoterapia. In quasi tutte le culture del mondo, il ruolo della musica assume valore terapeutico, attraverso l’uso, in taluni casi rituale, del suono e degli strumenti.

 

Dalla componente vibratoria del suono agli elementi che la costituiscono, fino a giungere ai suoi aspetti metaforici e sinestesici, la musica è arte privilegiata per lo sviluppo della comunicazione, dell’espressione individuale e collettiva.

 

Tra le varie applicazioni, è interessante notare che il suono e gli strumenti possono essere percepiti anche dai sordi, grazie all’espansione del suono nel corpo attraverso la risonanza ossea ed epidermica.

 

Davide e Michele Ferrari

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